Didattica

Come studiare

  • Rendere al massimo nelle proprie
    sessioni di studio
  • Come studiare 'improvvisazione
  • La Favola di Giorgino e Pinuzzo
Organizzare le proprie sessioni di studio 

Nel momento che decisi di diventare chitarrista, mi diedi da fare giorno e notte. Purtroppo però non ero mai soddisfatto: il tempo che dedicavo allo studio mi sembrava sempre poco. Fino a quando, un bel giorno… un amico mi prestò un buon libro! In questo libro erano presenti degli interventi di Howard Roberts, grande chitarrista con il merito di essere anche un grande didatta. Howard, in particolare, ha studiato i meccanismi della mente umana di base allo studio della musica, ed ha elaborato dei suggerimenti per farla rendere al massimo, suggerimenti che sono tutt’ora la mia guida. Applicati portano a risparmiare anni di studio. Ti è mai capitato di vedere chitarristi che non migliorano il loro modo di suonare negli anni? Come mai? Studiano male, è la risposta. Ma non ti potrà accadere se seguirai certi consigli. Benché i principi siano quelli esposti da Roberts, mi sono permesso di personalizzarli, visto l’effetto che hanno avuto su di me, e di aggiungerne un paio. 

Sommario
  • Cosa non studiare! Ovvero, serve studiare argomenti che non interessano?
  • Come deve essere l’ambiente ideale di studio?
  • E’ meglio affrontare un argomento di getto o frazionarlo giorno dopo giorno?
  • A quale velocità tecnica è meglio studiare i concetti appena appresi?
  • Durante lo studio mi conviene fermarsi e fare pause o fare tutta una tirata?
  • E’ veramente necessario studiare tutto di tutto? Tutti i generi, tutte le scale, tutti gli accordi?
  • E’ vero che l’ottimismo aiuta anche nella musica?
  • E' meglio studiare pochi argomenti alla perfezione tralasciando qualcosa, o essere sufficienti in tutto?
  • E’ utile inserire il materiale che si sta studiando nella propria musica?Come chiudere bene una sessione di studio?

Cosa non studiare! ovvero, serve studiare argomenti che non interessano? 
No, se non attraversano il tuo cammino! Mi spiego meglio: il punto è quale è l'obiettivo che vuoi raggiungere?
E’ fondamentale averne uno! Vuoi diventare ad esempio
  • un chitarrista solista di una band
  • un turnista
  • un compositore di canzoni
In base al tipo di chitarrista che vuoi diventare, assicurati allora se stai studiando materiale efficace a raggiungere il tuo obiettivo! Devi sempre sapere perché studi quell’argomento o quel genere di musica. Se qualcuno che stimi ti dice che devi studiare un argomento e tu non ne sei tanto convinto, fermati subito! Chiediti il perché di questa incertezza e poi senza perdere tempo decidi! Se non ti interessa molla; se ti interessa, procedi determinato senza porti altre domande. I dubbi spesso fanno perdere più tempo delle azioni stesse. 

Ambiente ideale di studio: come deve essere?
Compatibilmente con ciò che ti è possibile realizzare, l’ambiente ideale dovrebbe essere:
  • Privo di rumori di fondo. Soprattutto di quelli con un’intonazione (corrente degli amplificatori, motorini, ventole ...). Tutto a favore della concentrazione e per non disturbare l’orecchio relativo.
  • Correttamente illuminato. Una cattiva illuminazione stanca gli occhi e rende difficile studiare e rimanere ben concentrati.
  • La superficie della zona di studio deve essere libera da tutte le cose che non sono immediatamente rilevanti al tuo obiettivo.
Nota: in estate c'è minore ossigeno nell’aria. E’ normale che si renda meno nello studio. 

Studiare spezzettando?
E' meglio affrontare un argomento nella sua integrità e ripeterlo tutti i giorni, per una settimana (migliorandolo giorno dopo giorno), o è meglio spezzettarlo e impararne poco al giorno fino a completarlo il settimo giorno della settimana? Fraziona più che puoi! L'eccesso di informazioni porta la mente a fare indigestione e di conseguenza a rifiutare il”cibo” che l’ha avvelenata. E lo fa con dei mezzi molto subdoli. La mente ti fa pensare: oggi piove, non studio. Oppure: oggi sono stanco, oggi devo uscire, ecc. Invece la verità è che sta fuggendo… da un sovraccarico. C’è un trucco per evitarlo: quando affronti un nuovo argomento, dividilo in parti minori, creando dei mini argomenti. L’obiettivo è ridurli talmente tanto da rendere impossibile il rischio di sovraccarico. Ad esempio, se stai studiando una nuova scala, 3 o 4 note per volta saranno sufficienti. Quando avrai imparato a gestire argomenti più piccoli (di qualsiasi tipo, non solo le scale), puoi collegarli facendoli lavorare insieme.  

A quale velocità tecnica è meglio studiare i piccoli argomenti appena appresi?
Il punto è non commettere errori. Quindi, la velocità è quella che serve per rendere impossibile l’errore esecutivo (generalmente è molto bassa). Se un errore capita, assicurati che non accada una seconda volta. Non pensare di correggerlo più tardi e, soprattutto, cerca di capire perché è accaduto. I casi generalmente sono 2:
  • Le dita non sanno dove stanno andando, dunque ripassa le diteggiature e la loro applicazione, magari riducendole ulteriormente
  • Si tratta di un problema tecnico di esecuzione. Fermati! Risolvi la questione e solo allora riprendi a studiare altri argomenti!
In entrambi i casi: non ripetere mai gli errori e non lasciare mai delle incertezze in sospeso. 

Risparmiare anni di studio
Studiare concetti nuovi, come l’applicazione di una scala, e studiare l’esecuzione tecnica della stessa scala sono due situazioni cerebrali completamente diverse che vengono allenate da due emisferi diversi del cervello. Per ottenere i massimi risultati e risparmiare anni di studio, occorrono due approcci diversi.
  • Quando nello studio serve il cervello, fai tante brevi pause.
  • Quando servono le dita, non fare pause e ripeti, ripeti, il movimento più volte che puoi.
Per essere più chiaro ecco un esempio pratico. Ammettiamo che il tuo obiettivo è: leggere uno spartito, studiarne la sua progressione e su di questa comporre un assolo.
  • Durante la fase di lettura, studio della progressione, e composizione dell'assolo, lavorerà prevalentemente il cervello, è conveniente fare frequenti pause, anche di un solo minuto (fermati ad esempio ogni 5, 10 o 15 minuti).
  • Ora che hai composto l’assolo devi imparare tecnicamente a suonarlo bene, NON è più questione di cervello, ma di tecnica, di abilità motoria. Bene! Ora non ti fermare più. Studia, continuando a ripetere i licks spezzettati (3 o 4 note) senza sosta. Più lo fai meglio è.
In entrambi i casi:
  • Non fare errori
  • Non perdere la concentrazione
Dunque:
  • quando conosci un brano, una progressione per un’improvvisazione, eccetera, allontanati dalla partitura il più presto possibile. Soprattutto NON leggere più se il tuo obiettivo è lavorare sull’aspetto tecnico di quel brano.
  • se ti scopri all’improvviso osservare il muro, o rifare quell’ennesimo lick preferito che non ha nulla a che vedere con quello che stai studiando, fai subito una pausa. Questo è il primo vero segnale che la concentrazione sta calando. Se vai avanti, perderai tempo. Se ti fermi anche un minuto e poi ricominci ripartirai al 100%. Una delle cose migliori da fare in queste pause, è un paio di esercizi di stretching, soprattutto se sei stato per molto tempo in una posizione. 

Tanti metodi didatticiI. E’ utile comprarli e fare un po' di tutto? 
Lo sconsiglio sempre. Un percorso deve essere portato a termine perché abbia un senso compiuto. Un chitarrista può avere anche 100 metodi di chitarra in casa, ma qualcuno deve averlo portato a termine, deve averne cavato il succo!  

Ottimismo e fiducia in se stessi. Aiutano anche nella musica?
Una delle prime cose che spiego ai miei allievi è di non mettere mai in dubbio la possibilità di riuscire a fare una cosa. Dire “forse ce la farò”, significa ammettere in partenza che consideriamo la possibilità di non riuscire. Ti è mai capitato di comprare un bel vestito, indossarlo e notare che le ragazze ti guardano? Pensi sia veramente merito del vestito? O forse sei tu diverso per come ti fa sentire il vestito? Quindi, la maniera in cui percepisci te stesso, è strettamente correlata col tuo modo di agire, COL TUO MODO DI SUONARE! Dire a se stessi: "non suonerò mai così", oppure “è troppo difficile”, vuol dire porsi in una condizione di insuccesso!  

Filosofia di studio
Studia poco materiale e suonalo alla perfezione, qualsiasi cosa sia. Sii il maestro vivente di quella piccola parte di materiale. Quando tutto è OK, prosegui col nuovo materiale. Ricorda sempre che i grandi maestri della musica professano l’economia del materiale da studiare e riconoscono nella sovrabbondanza un pericolo.  

Imparare al meglio. quale è il modo migliore per imparare qualcosa che si sta studiando?
Applicarlo subito nella musica che suoni. Covers, brani tuoi, eccetera. Questo è il modo migliore per imparare e ricordare! Per imparare non ci vuole tanto! E’ mantenere che è difficile! Quanti licks riesci a portare ad alta velocità e dopo due mesi che non li fai non suonano nemmeno se piangi in afgano? Ricordo che su una parete di un’aula del GIT in America c’era una scritta a caratteri cubitali. “If you don’t use it, you lose it“ (se non lo utilizzi lo perdi). VERO!! Un altro classico esempio sono le diteggiature: le studi tutte, ma qualche mese dopo ricorderai solo quelle che usi.  

Abituarsi al successo
Mai chiudere una sessione di studio insoddisfatti di se stessi.Ciò accade se si esagera elevando il metronomo, o chiedendo troppo a se stessi. 

Riassunto
  • Il primo errore è un segnale che ti informa che non devi farlo più
  • Una persona impara ciò che vuole quando desidera impararlo
  • Bisogna sapere sempre su cosa e perché si lavora
  • Bisogna lavorare solo su informazioni di utilizzo immediato
  • Ottimismo: ce la farò! Magari ci vorrà tempo e sudore, ma CE LA FARO’
  • Mai troppo lavoro. Brevi sezioni, brevi argomenti. Quando tutti saranno chiari, si connetteranno insieme
  • Abituarsi al successo

Ambiente
  • Se fa caldo, c'è meno ossigeno: è normale rendere meno con lo studio
  • Illuminazione efficace. Se è scarsa gli occhi si stancano.
  • Eliminare i rumori di sottofondo. Hum ... frigorifero, condizionatore...
  • Stretching: ottimo fra una pausa e l’altra

Memoria
  • Ne disponiamo di due tipi: memoria motoria e memoria dati. Motoria: riguarda l'allenamento del fisico (in questo caso le dita). La si deve allenare per ore senza pause, più è meglio è. Dati: riguarda l’acquisizione di dati concettuali. La si deve allenare lavorando in piccoli spazi di tempo (scale, diteggiature, concetti). La nostra attenzione dopo 5, 10, 15 minuti non è più al 100%, tuttavia basta una brevissima pausa per ricaricare le pile completamente.
  • Segnali che fanno avvertire la stanchezza: si pensa ad altro, si guarda il muro, si esegue il solito vecchio lick.

Sovraccarico
  • Meglio mezzo spartito chiaro che uno intero confuso.
  • Rischio: scoraggiamento. Si iniziano i pezzi e li si abbandonano